La Saudi Kayan Petrochemical Company, parte del gruppo SABIC, ha costruito uno dei più grandi impianti petrolchimici del mondo. In quello che è il suo più grande ordine mai ottenuto, Kelvion PHE ha fornito 110 dei suoi potenti scambiatori di calore Kelvion serie NT affinché mantenessero fresco tale stabilimento, anche nel calore del deserto saudita. Il progetto ha avuto inizio più di sei anni fa e ora sta per entrare in piena produzione. Alla fine di quest’anno, il complesso petrolchimico Saudi Kayan di Al-Jubail, nella provincia orientale del Regno dell’Arabia Saudita, avrà diversi stabilimenti operativi, tra cui un impianto di cracking di etano/butano in grado di distillare due milioni di tonnellate all’anno, un impianto di polietilene che produce circa 700.000 tonnellate all’anno, un impianto di polipropilene progettato per 350.000 tonnellate all’anno e un impianto di 530.000 tonnellate di glicole etilenico. Lo stabilimento comprenderà anche un impianto per la produzione di derivati speciali dell’ammina. Oltre ad ampliare la gamma di prodotti realizzati in Arabia Saudita, Saudi Kayan intende creare un centro applicativo che si concentrerà sullo sviluppo di prodotti e applicazioni industriali.
Kelvion PHE è il principale fornitore di scambiatori di calore a piastre destinati allo stabilimento. Gli scambiatori di calore sono necessari per fornire acqua di raffreddamento dei processi, in modo da mantenere in efficienza tutti gli impianti all’interno del complesso. Normalmente, questo sarebbe un problema difficile già in altri ambienti, ma in particolare in Arabia Saudita, dove le temperature dell’aria in estate toccano i 50 °C e dove non è disponibile acqua fresca di raffreddamento, il compito assume un’ulteriore dimensione. Erik Petersen è il rappresentante di Kelvion PHE nello stabilimento di Saudi Kayan ed è il service manager dell’azienda con sede a Dubai. “Le temperature estive influiscono molto sull’efficienza del sistema” ha detto. Le temperature dell’acqua nel Golfo Persico in estate possono raggiungere i 36 °C. L’acqua di ritorno dell’impianto raggiunge circa 50 °C. Lo stabilimento si trova sulle rive del Golfo Persico, da cui è quindi possibile rifornirsi di acqua marina utile per il raffreddamento. L’acqua attraversa l’intero complesso industriale di Al-Jubail in canali aperti appositamente costruiti che alimentano le torri d’acqua. Le autorità vietano qualsiasi trattamento delle acque in quanto, dopo l’uso, essa viene scaricata direttamente in mare. L’uso dell’acqua marina, tuttavia, ha obbligato Kelvion PHE a dotare gli scambiatori di calore di piastre in titanio, affinché siano sufficientemente resistenti alla corrosività di tale liquido di raffreddamento. Kelvion si è aggiudicato l’incarico sia grazie all’eccellente tecnologia degli scambiatori di calore a piastre NT 350L, sia grazie alla sua capacità di garantire una fonte affidabile per le 520 tonnellate di titanio necessarie alla loro costruzione. “Dovevamo garantire che avremmo potuto ottenere la fornitura regolare e sufficiente di titanio per tutta la durata del lungo processo di produzione” ha dichiarato Klaus-Peter Glöckner, CSO di Kelvion Holding GmbH.
La serie NT è uno scambiatore di calore a piastre con guarnizioni progettato per molteplici applicazioni. Le 110 unità fornite ad Al-Jubail sono unità NT 350L con collegamenti da 350 mm e una portata di 1.900 m3/ora. Fanno parte di una nuova generazione di scambiatori di calore a piastre di Kelvion PHE e garantiscono un elevato livello di prestazioni con bassi costi di investimento, funzionamento e manutenzione. Erano i più grandi della gamma disponibile nel momento in cui è stato progettato lo stabilimento di Al-Jubail. Il design ottimizzato della delle piastre richiede una minore superficie di trasferimento del calore a parità di capacità e consente di ridurre in modo duraturo i costi d’investimento. La nuova installazione e le nuove tecnologie di guarnizione EcoLoc senza incollaggio facilitano la manutenzione e garantiscono una perfetta applicazione della guarnizione e del gruppo di piastre, evitando così danni e prolungando la durata dell’apparecchiatura. La configurazione a onda ottimizzata (denominata OptiWave) garantisce un flusso ideale su tutta la larghezza della piastra, garantendo la massima velocità di trasferimento del calore. Un altro problema che si può verificare quando si utilizza acqua di mare sono le incrostazioni, perché l’acqua è contaminata da conchiglie, crostacei, molluschi e altre creature marine. Se non sono tenute sotto controllo, queste incrostazioni possono interferire con il funzionamento degli scambiatori di calore e, in circostanze estreme, possono causare il surriscaldamento dell’impianto. Erik Petersen ha spiegato che l’intero impianto è talmente grande che è difficile monitorare il funzionamento dei singoli scambiatori di calore per mezzo dei soli strumenti già installati. “Saudi Kayan ha solo una panoramica d’insieme del sistema. Il nostro compito è monitorare le prestazioni di ogni scambiatore di calore e individuare eventuali tracce di incrostazioni che potrebbero interferire con il loro funzionamento efficiente” ha spiegato. “Ci concentriamo sul prevenire i problemi prima che questi si verifichino”. Il raffreddamento dell’impianto avviene in due anelli. Attualmente l’anello uno sta funzionando quasi a piena capacità, mentre l’anello due è a circa il 40% in quanto non tutti gli impianti all’interno del complesso sono in funzione. “Per il momento stiamo effettuando controlli completi su tutti gli scambiatori di calore, in modo da realizzare un modello che descriva come gli scambiatori stanno reagendo alle incrostazioni. Con il tempo potrebbe essere poi possibile ridurre questi controlli a ogni 9 o 12 mesi. Kelvion PHE si relaziona direttamente a Saudi Kayan. Erik Petersen ha detto che il successo del progetto è dovuto in gran parte all’efficace comunicazione intercorsa tra la sua azienda e il suo cliente fin da quando l’ordine è stato fatto più di sei anni fa. Ha affermato anche che: “Si tratta di una vera e propria partnership. Lavoriamo in squadra per risolvere i problemi man mano che si presentano. C’è un autentico spirito di cooperazione”.
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